La nascita
Il mostro della laguna è una creatura magica, che nasce dalla leggenda dei luoghi e si concretizza attraverso una sinergia di forze positive e propositive.
È un’opera d’arte e d’ingegno, una formidabile avventura in cui arte, design e tecnologia si fondono alla ricerca di un linguaggio nuovo per far interagire due materie antiche ed opposte: l’acqua e il vetro.
Disegnato dall’arch. Simona M. Favrin, con un’epidermide di vetro di Murano, realizzata dal Maestro Nicola Moretti, che ricopre uno scheletro in acciaio, ed un’innovativa anima tecnologica realizzata con la collaborazione di Forme d’Acqua, la creatura marina trae forma ed ispirazione dal luogo in cui ha origine, la Laguna di Venezia, così come narrato da Alberto Toso Fei, viaggiatore, giornalista ed esperto di storia veneziana, nel suo libro che costituisce una sorta di antologia del mistero su Venezia e sulla laguna.
Il suo linguaggio, fatto di infra e ultra-suoni, riecheggia tra i silenzi dei fondali, emergendo dagli abissi marini, diffondendosi attraverso le sterminate e immobili distese d’acqua della laguna.
Il mostro scandisce il suo alfabeto senza tempo e senza dimensione: tra il lento e inesorabile movimento dell’acqua, emerge la magica voce del mostro, concepita con Fulvio A.T. Renzi da Romina Salvadori, Emanuele Wiltsch Barberio e Massimiliano Lupo. Viene esposto nel suo ambiente naturale: l’acqua.
Lungo 6,5 metri per una larghezza di 115 cm ed una altezza massima di 110 cm, è rivestito da un’epidermide realizzata con 191 squame di vetro realizzato a mano ed è immerso in una vasca d’acqua della dimensione di m 8 x 3,5 con una profondità di 12 cm. Tramite un complesso e innovativo impianto tecnologico, e quindi dell’uso interdisciplinare della domotica, l’acqua, in sinergia con l’illuminazione a Led bianco a diverse temperature, rendono viva e pulsante la creatura.