Il segreto per far funzionare e durare le fontane: il controllo automatico di pH/Redox

Capiamo assieme perché un dosatore a lambimento non potrà mai sostituire un pannello di controllo e dosaggio automatico pH/Redox
Il segreto per far funzionare e durare le fontane: il controllo automatico di pH/Redox

Capiamo assieme perché un dosatore a lambimento non potrà mai sostituire un pannello di controllo e dosaggio automatico pH/Redox

L’elemento principale, anzi, imprescindibile in una fontana è che l’acqua sia pulita, cristallina e senza calcare. Il controllo chimico dell’acqua è l’elemento fondante per garantire la vita e la durevolezza nel tempo di una fontana. L’acqua torbida o addirittura verdastra compromette l’intero progetto, sia dal punto di vista estetico che da quello sanitario, ma la cosa peggiore per il funzionamento della fontana è la mancata gestione del calcare, che porta in pochi mesi a danni irreparabili, facendo durare la fontana ancor meno della garanzia.

Sempre più spesso ci viene chiesto di intervenire con ristrutturazioni o adeguamenti normativi di fontane giovani, realizzate da pochi anni. Nella maggior parte dei casi si tratta di progetti che presentano un dosatore a lambimento (chiamato anche dosatore di cloro, cloratore a lambimento o cloratore a raso), installato al posto del pannello di controllo e dosaggio automatico di pH e Redox. Si tratta di una soluzione cheap, sia in termini di soldi che di rendimento, che dosa il cloro in pastiglie mediante una regolazione meccanica del flusso, la quale non offre nessuna verifica sulla quantità di prodotto, con conseguenti sovradosaggi o totali assenze.

Le fontane ed in particolare i giochi d’acqua necessitano obbligatoriamente di acqua filtrata – al fine di evitare la proliferazione alghe, batteri e virus – e di un contenuto molto basso di calcare – che intasa gli ugelli, ricopre ogni parte strutturale facendola diventare bianca/giallastra, ma soprattutto deforma e blocca pompe, tubazioni ed ugelli fino a renderli inutilizzabili. Quindi il calcare, oltre ad essere antiestetico, è il nemico numero uno delle fontane.

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Quando si progetta una fontana, la primissima cosa da fare è la valutazione e il calcolo del corretto dimensionamento dell’impianto di filtrazione. Solo in seguito ci si focalizza sul carico automatico con il sensore a tre vie, sul troppo pieno e sullo scarico dell’acqua. Infine, dopo aver terminato questi passaggi, si passa all’aspetto ludico ed emozionale delle fontane, lasciando piena libertà alla creatività e alle innovazioni tecnologiche per offrire effetti di acqua e di luce sempre nuovi ed originali.

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Nelle fontane sostenibili di Forme d’Acqua la filtrazione meccanica è affidata al filtro a graniglia di vetro. Il vetro, infatti, rispetto alla sabbia che si utilizzava in passato, è tre volte più efficace e durevole, consentendo così di rimandare le manutenzioni e dare una maggiore garanzia degli interventi.

Seguendo la normativa piscine UNI 10637/2016, i tempi di ricircolo giornalieri dell’acqua variano in media dalle 3 alle 4 ore, a seconda della profondità e dell’attività prevalente della piscina. Forme d’Acqua calibra i tempi di ricircolo delle sue fontane tenendo conto di questa normativa. Però talvolta la realtà deve considerare anche parametri che vanno oltre alle tabelle relative alla profondità e all’utilizzo, perché accade che delle fontane abbiano un bassissimo volume d’acqua e un’estesa superficie a contatto con l’atmosfera e quindi agli inquinanti e alle polveri: in tal caso va fatto un ulteriore adeguamento, dimensionando il filtro anche all’area coperta dal gioco d’acqua.

La normativa UNI 10637/2016 è molto specifica anche nella filtrazione chimica, offrendo valori rientranti in determinati range, che Forme d’Acqua applica con precisione nella progettazione e realizzazione delle sue fontane affidandola al pannello di controllo e dosaggio automatico di pH e Redox. Dal punto di vista tecnologico, questo tipo di pannello è decisamente evoluto, perché connesso, interrogabile e gestibile da remoto; inoltre, è dotato di registro di log. Queste funzioni sono determinanti per poter dare una assistenza efficace e tempestiva al cliente e per intervenire in caso di allarmi, ad esempio per esaurimento dei prodotti. Il funzionamento è semplice e intuitivo:

  • si impostano i valori desiderati di pH e Redox;
  • le sonde rilevano costantemente i valori dell’acqua attraverso il circuito di filtrazione;
  • la centralina legge i valori e al bisogno integra attraverso due pompe dosatrici l’acido ed il cloro liquidi mantenendoli costantemente bilanciati.

La mancanza di un pannello automatico che rileva costantemente i livelli di acido e cloro implica acqua poco pulita, che favorisce il depositarsi del calcare – fino a strati anche di 5mm – che nel medio periodo danneggia le parti MEP (mechanical, electrical and plumbing). Inoltre, l’acido solforico ha un’importante funzione di stabilizzazione del Ph entro determinati valori, il quale permette che l’ipoclorito di sodio (Cloro) svolga a pieno la sua attività disinfettante (contrariamente, Ph troppo acidi o basici la vanno a diminuire).

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A differenza del pannello di controllo e dosaggio automatico di pH e Redox, il dosatore a lambimento (in linea o con bypass) è un sistema molto basilare e impreciso che viene collegato all’impianto di ricircolo della fontana, o direttamente alle tubazioni di mandata dell’acqua, e riempito al suo interno con pastiglie di cloro. L’acqua arriva nel dosatore, si mescola al cloro e viene riemessa nella vasca, in questo modo viene lambita in modo indeterminato, perché la quantità di prodotto chimico rilasciata nell’acqua varia a seconda della quantità di prodotto immessa e contenuta nel recipiente stesso. Per capire se i valori di cloro sono bilanciati in modo corretto bisogna analizzare l’acqua manualmente con degli appositi tester (gli stessi utilizzati per le piscine) e variare la concentrazione di prodotto intervenendo manualmente sulla valvola di regolazione della quantità di cloro rilasciato. Il cloro, però, è un agente fortemente ossidante che porta al rapido deterioramento del cloratore stesso e della valvola di regolazione: per tamponare il problema, talvolta vengono gettati nelle fontane dei pastiglioni bianchi di cloro, violando le normative in termini di sicurezza, ma anche di buon senso.

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Il cloratore a raso è un sistema inidoneo a garantire qualità e sicurezza dell’acqua, perché può portare ad un utilizzo eccessivo di cloro, con il conseguente rilascio del suo odore asfissiante, ma anche – se prendiamo come esempio le fontane a raso che nei periodi estivi diventano area di gioco per i bambini – a casi di irritazione delle vie respiratorie e della pelle o degli occhi. Nel caso contrario, una quantità troppo bassa di cloro nell’acqua porta alla proliferazione di alghe, virus e batteri e quindi alla sua insalubrità, con rischi per la salute delle persone che ne vengono a contatto.

Per concludere, in una fontana sostenibile e sicura devono essere presenti un impianto di filtrazione e un pannello di controllo e dosaggio automatico di pH e Redox progettati e realizzati seguendo le normative vigenti in materia. Una progettazione MEP che non tiene conto dei possibili danni generati da un controllo poco efficace del calcare e del cloro è il motivo per cui interveniamo periodicamente su fontane realizzate da terzi che hanno meno di due anni.

30 Gennaio 2023

Susanna Dei Rossi

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