L’Expo di Dubai 2020 è giunto al termine, i cancelli dell’evento internazionale per antonomasia si sono chiusi il 31 marzo 2022. Una delegazione di Forme d’Acqua ha partecipato alla manifestazione internazionale prima del termine, portando a casa un bel bagaglio di idee e stimoli da replicare nel proprio contesto d’azione.
Curiosità, entusiasmo per tutto ciò che è innovazione, interesse per ogni forma di bellezza e la necessità di studiare soluzioni ecosostenibili ed efficaci trovano un terreno più che fertile all’Expo 2020. Gli stimoli sono tanti ed è difficile condensare la varietà del visto e vissuto nei padiglioni e negli eventi in maniera sintetica.
Due termini però lo contraddistinguono: stupore e possibilità. Stupore perché si vede e si sperimenta l’inedito, il bello, il futuro che si tratti di una installazione, un materiale nuovo, un odore, uno storytelling riuscito, una cucina sconosciuta, una nuova tecnologia all’avanguardia. Possibilità perché il lato forse più importante dell’Expo è l’obiettivo di mettere in circolo e connettere nuove idee che migliorino il mondo.
In questo senso osserviamo -e tocchiamo e annusiamo, perché tutti i sensi sono stimolati nei padiglioni dell’Expo – quanto il mondo naturale, con un nostro particolare focus su acqua e piante, sia al centro di nuovi modi di concepire l’architettura ed il design e come l’ecotech faccia passi da gigante. La sostenibilità permea quasi tutti gli ambiti; il tema della protezione naturale diventa relazionale e interconnesso: da un lato la tecnologia al servizio dell’ambiente e dall’altro l’ambiente stesso che offre materiale e spunti per creare nuove soluzioni green, in un circolo virtuoso continuo.
Alcuni padiglioni non sono riusciti a raccogliere efficacemente la sfida rappresentata dalla sostenibilità, abbiamo notato dei gap tra un messaggio forte declamato e il mezzo scelto per comunicarlo, altri sono stati eccelsi nel fondere le arti e veicolare in maniera semplice e forte il loro pensiero.
L’efficacia della fusione tra tecniche, metodi, arti e mestieri è per noi di grande ispirazione e rispecchia il nostro modo di operare. L’ azienda stessa è composta da diversi brand che lavorano in maniera trasversale, si relazionano, collaborano in un continuo scambio di idee e soluzioni. Anche il nostro modo di fare fontane riflette questo modus operandi: mep design e sapere artigiano si integrano nelle nostre creazioni perché crediamo fortemente che la collaborazione generi poesia.
L’acqua è stata tra i grandi protagonisti dell’Expo: si parla di acqua, dell’assenza di acqua potabile e di come vada preservata, ma anche di sovrabbondanza di acqua rispetto a fenomeni metereologici frequenti che creano danni e inondazioni. Però a Dubai si trasforma anche in un elemento di gioco, da toccare, con cui relazionarsi, una risorsa in grado di interagire anche con il multimediale: pensiamo all’imponente flashwall che combina acqua, musica e luci in uno spettacolo mozzafiato.
Di fontane all’Expo di Dubai e di come l’acqua si declini nell’ambito del design e non solo, parleremo in un prossimo articolo.