Efficienza e design: i vani tecnici fuori terra

L’importanza della scelta del vano tecnico nella progettazione delle fontane
Efficienza e design: i vani tecnici fuori terra

Nella progettazione di una fontana il vano tecnico è un elemento di grande importanza, perché conserva e custodisce elementi indispensabili al corretto funzionamento della stessa e quindi alla sua durevolezza, come l’impianto di filtrazione e ricircolo, il pannello per la misurazione e il bilanciamento automatico di Ph e Redox, i prodotti chimici, ma anche il quadro elettrico.

Un vano tecnico è di per sé uno spazio strettamente necessario a contenere impianti a servizio della fontana o del watergarden. Si può collocare sia esternamente che internamente all’involucro edilizio di riferimento e le caratteristiche tipologiche sul suo utilizzo devono essere inequivocabili. Prendendo in considerazione la categoria “vano tecnico” sotto il più ampio dei punti di vista, emergono due macro categorie:

  1. vano tecnico interrato
  2. vano tecnico fuori terra

Nella scelta dell’uno o dell’altro tipo le considerazioni sono molteplici, in generale si va a considerare il contesto, la struttura urbana e paesaggistica circostante, il design del progetto e l’effetto finale. Nei progetti di Forme d’Acqua il consiglio è sempre quello di realizzare un vano tecnico fuori terra, principalmente per tutelare la sicurezza dei lavoratori, nell’ambito della proprie mansioni, e dei clienti, nell’ambito della piena fruizione della fontana e degli spazi ad essa adiacenti. Un vano interrato è un ambiente confinato (regolamentato dal Testo Unico Sicurezza o D. Lgs. 81/2008 e DPR 177/2011), dove l’espletamento delle mansioni lavorative in totale sicurezza implica una serie di importanti procedure operative di sicurezza, emergenza e salvataggio, oltre a una serie di DPI specifici. In un ambiente confinato la sottovalutazione dei rischi, oltre alla mancanza di formazione e addestramento e al non uso di DPI adeguati, sono le principali cause di infortuni sul lavoro. Tali fenomeni non succedono spesso, invece, con maggiore probabilità è possibile incappare in situazioni simili a questa: l’allagamento del vano interrato.

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Eventi metereologici estremi, nubifragi e forti temporali, accadono sempre più frequentemente, a causa dei cambiamenti climatici, e si mostrano sempre più veloci e violenti. Oltre a farne le spese l’ambiente, le abitazioni, le strade e le aziende, ne rimettono anche i vani tecnici, dove le pompe di sentina, seppure attive e ben funzionanti, non riescono ad affrontare la potenza di certi nubifragi e si allagano.

Al fine di ridurre la gravità e la numerosità di tali fenomeni – sia ambientali che infortunistici – una valida alternativa è la scelta di un vano tecnico fuori terra. Tale tipologia di vano si mostra come una sorta di armadio, munito di due o più ante frontali, a seconda delle specificità del progetto, dove sono alloggiate le parti tecniche, così, non essendo un ambiente confinato, in caso di esalazione di fumi tossici (possibili se un operatore mette erroneamente dell’acido nella tanica del cloro o viceversa), il rischio di intossicazione è ridotto drasticamente rispetto a quanto avverrebbe in un vano tecnico interrato.

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La particolarità dei vani tecnici fuori terra è di essere “alla luce del sole”, il che potrebbe far pensare che siano soggetti a surriscaldarsi. Tuttavia, questo non accade perché sono strutture efficacemente coibentate e ventilate, grazie alle fessure frontali che permettono un corretto e continuo ricircolo dell’aria. Per quanto riguarda il quadro elettrico, esso deve essere alloggiato in uno scomparto separato rispetto a quello contenente le pompe e i prodotti chimici. Nei progetti situati in zone caratterizzate da climi particolarmente torridi durante alcuni periodi dell’anno, viene installato un impianto di aerazione meccanica (aspirazione ed estrazione) all’interno del quadro elettrico. Questo sistema distribuisce il fresco in modo più uniforme, migliorando il comfort termico e riducendo il rischio di danni alle componenti elettriche dovuti a eccesso di umidità o calore.

Solitamente lavoriamo su vani tecnici interrati nei progetti di restauro, soprattutto quando si tratta di fontane antiche o storiche. Ci occupiamo dell’implementazione degli impianti esistenti e dell’adeguamento alle normative vigenti, migliorando l’efficienza energetica e preservando le strutture originali senza alterare l’estetica dell’edificio storico. Per questo motivo, il nostro personale è adeguatamente formato e dotato dei dispositivi di protezione individuale necessari per svolgere il lavoro in sicurezza. Una valida soluzione alternativa ai vani tecnici interrati, sono i vani tecnici situati al piano -1 (come ad esempio i parcheggi interrati), che sono funzionali e strategici, essendo vere e proprie stanze realizzate sotto il livello del suolo. In questo caso, il terreno circostante offre un eccellente isolamento naturale, mantenendo temperature più stabili e riducendo la necessità di riscaldamento o raffreddamento. Inoltre, questi vani sono meno esposti a fenomeni meteorologici estremi come tempeste, nubifragi o grandine. Gli impianti tecnici collocati nei piani interrati sono facilmente accessibili per interventi di manutenzione e riparazione, migliorando l’efficienza operativa.

Un grande pregio del vano tecnico fuori terra, il quale fa la differenza dal punto di vista estetico, è la sua completa personalizzazione: forma e colori seguono il progetto nel suo insieme, tanto che – una volta dimensionato per contenere correttamente le parti tecniche – ci si può sbizzarrire per renderlo armonioso al design complessivo, oppure per inserirlo nel complesso senza porlo troppo in evidenza. La sua struttura solitamente viene realizzata in acciaio AISI 316L nelle zone vicine al mare (perché più resistente all’aria salmastra, tanto da essere definito “acciaio marino”), mentre nel resto dei casi si può optare per l’AISI 304, un acciaio inossidabile altrettanto pregiato, ma meno resistente alla corrosione. Internamente il vano è rivestito in alluminio, il quale serve per attaccare le centraline, i pannelli e i vari elementi tecnici, così da non alterare il valore estetico del vano.

Quando proponiamo un vano tecnico fuoriterra, stiamo offrendo soprattutto un modo sicuro di procedere con l’esecuzione dei lavori: per realizzare un vano tecnico interrato bisogna scavare a circa 3 metri di profondità e non sempre è possibile o facile in un paese come l’Italia, il quale è sinonimo di beni culturali! Il ritrovamento di beni archeologici, durante la realizzazione di opere edili, è materia ben nota alle aziende che operano sul suolo italiano, perché solitamente comporta una sospensione dell’esecuzione dei lavori per un periodo di tempo che si traduce in un’immancabile ritardo nella consegna lavori. Certo, per evitare ciò si può sempre richiedere la procedura di verifica preventiva dell’interesse archeologico, elaborata da ditte di archeologia incaricate di indagini o scavi archeologici, ma comporta un ulteriore costo (e tempo). Con il vano fuori terra queste problematiche non si presentano, perché, in assenza di un’adeguata pavimentazione, è sufficiente realizzare una platea di soli 20 cm, interrando solo una decina di centimetri.

Altri elementi da tenere in considerazione in fase di scavo sono le varie tubazioni per condotte (acqua, corrente elettrica, gas) e la presenza di falde acquifere superficiali. Quest’ultime rappresentano un fattore critico nella gestione dei vani tecnici interrati, richiedendo misure preventive e di gestione per garantire la sicurezza, l’affidabilità e la durata delle apparecchiature tecniche. Le falde acquifere superficiali sono la causa principale di infiltrazioni d’acqua, aumentando il rischio di allagamento, ma anche di un eccesso di umidità, che può favorire la corrosione dei materiali, riducendone la durata e aumentando la necessità di manutenzione.

La fuoriuscita d’acqua in un vano interrato potrebbe danneggiare le parti elettriche e meccaniche, creando una situazione di pericolo, poiché le parti elettriche immerse impedirebbero ai tecnici di entrare nel locale in sicurezza. Inoltre, anche in condizioni normali, l’accesso a un vano tecnico interrato richiede l’uso di DPI specifici e strumenti per facilitare l’ispezione, garantendo la sicurezza e l’accessibilità dell’ambiente. Le operazioni di manutenzione risultano quindi più complicate: mentre in un vano tecnico fuoriterra basta aprire le ante e indossare i DPI necessari per il lavoro da svolgere (come il rabbocco di acido e cloro, la pulizia dei filtri, ecc.), in uno interrato è necessario formare e addestrare il personale con un corso per il “lavoro in spazi confinati”. Grazie a questo corso, i tecnici apprendono le procedure per la valutazione del rischio di ingresso in spazi confinati e l’uso di tutte le attrezzature necessarie per la sicurezza e il monitoraggio.

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In conclusione, la scelta del vano tecnico gioca un ruolo fondamentale nella progettazione e manutenzione delle fontane e dei watergarden. Optare per un vano tecnico fuori terra si rivela spesso la soluzione più sicura e pratica, riducendo significativamente i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori e dei fruitori, e semplificando le operazioni di manutenzione. Inoltre, la possibilità di personalizzazione estetica e la facilità di accesso e gestione rendono i vani tecnici fuori terra una scelta vantaggiosa anche dal punto di vista progettuale e funzionale. In un contesto come quello italiano, ricco di beni culturali e caratterizzato da vincoli archeologici e geologici, la preferenza per i vani tecnici fuori terra rappresenta una decisione strategica che garantisce la sostenibilità e l’efficienza delle opere nel lungo termine

Susanna Dei Rossi

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