Cos’è il protocollo dmx?

Analisi e vantaggi del protocollo DMX nella programmazione dell’illuminazione delle fontane e dei giochi d’acqua
Cos’è il protocollo dmx?

Con il termine DMX ci si riferisce ad un sistema digitale di controllo e programmazione dell’illuminazione basato sul protocollo DMX512, abbreviazione di Digital MultipleX, ovvero “trasmissione digitale multipla”.  Questo standard di controllo digitale serve principalmente per programmare e controllare le luci e i loro effetti da una “consolle di regia”, la quale può operare anche da remoto.

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Nato nell’industria degli eventi e del teatro per controllare i corpi illuminanti smart e i dispositivi per gli effetti speciali, si è gradualmente allargato ad altre destinazioni d’uso arrivando fino all’illuminazione delle fontane e giochi d’acqua, ma anche agli edifici commerciali per applicazioni che includono il controllo della temperatura di luce, del RGB e RGBW.

Il protocollo si chiama DMX512 perché funziona grazie ad un controller, dal quale, tramite un cavo a 3 pin (connettori XLR tripolari), è possibile far passare un massimo di 512 canali (DMX channels), a ciascuno dei quali invia un valore numerico da 0 a 255 (DMX value).

Grazie all’evoluzione tecnologica e all’impiego sempre più massivo di questa tecnologia in diversi ambiti, non sono più necessari driver esterni, perché generalmente sono integrati all’interno della lampada.

Il protocollo DMX presenta diversi vantaggi per molteplici settori, ma per farlo è necessario che il tecnico sia a totale conoscenza della struttura del programma, dei principi di controllo e dei punti di applicazione; ma soprattutto deve avere delle solide conoscenze di illuminotecnica applicate sia agli interni che agli esterni, data la crescente domanda di competenze relative alla programmazione luci cambiacolore da parte dei committenti.

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Nella realizzazione delle nostre fontane utilizziamo sempre Spot LED a basso consumo con protocollo di controllo DMX, perché ci permettono di realizzare progetti di light design di grande impatto emozionale: grazie al DMX è possibile programmare i colori e le frequenze di ogni singola lampada, allo stesso modo è possibile differenziare e raggruppare gli spotLED per zone, personalizzare i colori e regolare le tonalità e l’intensità. Inoltre, è possibile anche integrare l’illuminazione con la domotica presente nell’abitazione o nell’azienda.

La luce LED (dall’inglese Light-Emitting Diode), è un dispositivo optoelettronico che sfrutta la capacità di alcuni materiali semiconduttori di produrre fotoni attraverso un fenomeno di emissione spontanea quando attraversati da una corrente elettrica. Basata sui colori RGB (dall’inglese Red – Green – Blue), riesce a dare molteplici sfumature cromatiche ottenute dalla combinazione di questi tre colori: gli spotLED RGB utilizzano all’interno di un singolo LED diverse combinazioni di moduli di illuminazione di rosso, verde e blu, che, considerato che ogni modulo ha un valore incrementale che va da 0 a 255, se moltiplichiamo 256 per ciascuno dei tre colori otteniamo 16.777.216, che sono le possibili combinazioni di colore ottenibili. Ma è grazie alla successiva aggiunta del bianco – White, modificando l’acronimo in RGB+W, che la palette colori si è ampliata a dismisura: il bianco non si ottiene più dalla somma dei tre colori RGB, ma c’è un quarto LED che emette bianco puro, il quale moltiplica lo spettro cromatico del RGB con ulteriori 255 variazioni. A queste varianti si aggiungono anche gli effetti che consentono di regolare la luce emessa, in termini di intensità e di frequenza luminosa, come il Dimmer e lo stroboscopio.

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Gli spotLED da noi scelti hanno un consumo energetico molto basso, in media di soli 5 W/h a seconda dei modelli, e soprattutto sono dotati di un’ottica che – a seconda del modello – copre un range che va 16° ai 120°, così da ottenere combinazioni cambiacolore che permettono di illuminare interamente l’area ed evitare le zone d’ombra. Inoltre, tutti gli spotLED che utilizziamo possiedono una classe di protezione IP68, la quale, secondo la norma CEI EN 60529/1997 (ex CEI 70-1) è caratterizzata da:

  • 6 – significa che lo strumento ha un grado di protezione totale contro l’ingresso di polvere, sabbia e in generale qualsiasi corpo solido di piccole dimensioni;
  • 8 – significa che lo strumento è adatto per un’immersione permanente in acqua.

 

Da evitare nella realizzazione o nel restauro di fontane e giochi d’acqua gli spotLED IP67, perché tale classificazione indica che il faretto è totalmente protetto dalle infiltrazioni di polvere o sabbia (indicato dal primo numero, il 6), ma resiste a un’immersione di massimo 30 minuti a una profondità compresa tra 15 cm e i 100 cm (indicato dal 7, il secondo numero).

 

In conclusione, nel mondo dell’illuminazione digitale è indispensabile avere un approfondito know-how delle caratteristiche del protocollo DMX512 e di conseguenza delle tecnologie RGB e RGB+W, soprattutto perché nelle fontane – come negli edifici e negli spazi esterni – la luce è un elemento di design di fondamentale importanza, soprattutto per la sua capacità di emozionare e veicolare messaggi e sentimenti.

Nel team di Forme d’Acqua sono presenti tre tecnici specializzati in programmazione DMX per fontane e giochi d’acqua, coordinati dalla direzione artistica dell’arch. Simona M. Favrin – FavrinDesign, dedicati alla realizzazione delle coreografie delle nostre fontane dinamiche e delle fontane danzanti musicali.

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22 febbraio 2023

Susanna Dei Rossi

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