Vasca di scena
Hamlet, Piccolo Teatro Studio Melato, Milano

Un sistema di vasche per portare l’acqua sul palcoscenico per il capolavoro shakespeariano Hamlet
Un sistema di vasche per portare l’acqua sul palcoscenico per il capolavoro shakespeariano Hamlet
Descrizione
La mia cura è uno ogni dieci anni” e difatti dopo dieci anni il regista Antonio Latella ritorna per la terza volta sul capolavoro di William Shakespeare Hamlet, portando in scena la celebre tragedia con protagonista il principe di Danimarca al Piccolo Teatro - Studio Melato dal 5 al 27 giugno 2021. Un Amleto diverso, con scene di Giuseppe Stellato e protagonista Federica Rosellini, la quale secondo Latella:
possiede il dono artistico dell’ambiguità e del dubbio. Per me l’Hamlet del XXI secolo va oltre la sessualità, oltre la distinzione donna/uomo, per approdare a una condizione altra: nei classici le parole non hanno genitali, volano talmente al di sopra di tutto, da fare la differenza. […] L’originalità di questa proposta sta nel suggerire agli spettatori di provare, non solo a guardare, ma ad ascoltare insieme ogni parola del testo”.
Arrivati all’atto IV scena VII la Regina si rivolge a Laerte annunciandone così la morte di sua sorella Ofelia:
C’è un salice

che cresce, piegato verso il basso

sul torrente,

e riflette il dorso delle sue foglie bianco-grigie

nella corrente di vetro.

Con queste lei fece bizzarre ghirlande

di ranuncoli, ortiche, margherite e orchidi viola,

a cui i pastori sboccati danno un nome più osceno,

ma che le nostre caste fanciulle

chiamano dita-di-morto.

Arrampicandosi per appendere là,

sui grossi rami pendenti,

le sue ghirlande di fiori,

un ramo maligno si spezzò,

e caddero nel ruscello piangente

i suoi trofei d’erbacce e lei stessa.

I suoi vestiti s’allargarono

e la tennero su per un po’,

come una sirena.

Nel mentre lei cantava

stralci d’antiche laudi,

come incapace di comprendere

la sua stessa sofferenza,

o come una creatura nata

e avvezza a quell’elemento.

Ma non poteva durare a lungo,

e allora i suoi vestiti,

pesanti per ciò di cui s’erano imbevuti,

spinsero la povera sciagurata

dal suo melodioso canto

alla morte di fango.”

  A teatro, nella sua pura e intima verosimiglianza, la scenografia diviene parte integrante della drammaturgia ed Ofelia galleggia sulle acque cristalline di una vasca di scena.   Forme d’Acqua Venice Fountains ha progettato e realizzato le parti impiantistiche ed elettriche (MEP) delle vasche ed il loro riscaldamento. La vasca di scena a filo pavimento è profonda 125cm, contiene 9mc e poggia su una piattaforma mobile preesistente. É collegata ad una vasca di compenso di 12mc, entrambi realizzate in strutture in acciaio e legno, costruite dal laboratorio artigianale del Teatro Piccolo, ed impermeabilizzate con teli in pvc. Il requisito principale della vasca di scena è di riuscire ad effettuare il riempimento e lo svuotamento di metà vasca in meno di 30minuti ed allo stesso momento di salvaguardare il più possibile le risorse idriche, ed è per questo che è stata realizzata una vasca di compenso con un sistema di valvole automatiche e un PLC, che permettono di spostare in otto muniti il volume d’acqua necessario portando il livello da 100cm a 50cm e viceversa. Un secondo fattore fondamentale è mantenere costante la temperatura dell’acqua a 38°, così sono stati installati due scambiatori di calore 380V 6kW, uno per vasca, in modo da evitare gap termici. Il terzo elemento è la cristallinità e la balneabilità dell’acqua, al pari delle normali piscine riscaldate ma senza l’utilizzo del cloro, che sono garantite dall’impiego dell’ossigeno, ma anche da un impianto di movimentazione dell’acqua e da un sistema di filtrazione.   Il debutto era programmato per il 17 marzo 2020, ma a fine febbraio, mentre lo spettacolo era nel pieno delle prove, le prime restrizioni dovute al contenimento della pandemia da Covid-19 ne imposero la sospensione. Da allora è passato più di un anno, periodo che ci ha permesso di vedere Hamlet ed il suo testo immortale con occhi e coscienze diverse: intrecci di silenzi e follia si susseguono in questa ambigua rappresentazione che legge l’animo dello spettatore e lo porta in scena facendolo diventare anch’esso un personaggio, con i suoi impeti, le sue debolezze, le sue volubilità. Ed è così che dieci attori di diverse età, formazione e provenienza, ed una nuova traduzione realizzata per l’occasione da Federico Bellini, Hamlet di Antonio Latella diventa un’esperienza di teatro totale, che, complice il suggestivo spazio del Teatro Piccolo - Studio Melato, accompagna il pubblico in un percorso attraverso il testo di Shakespeare, di cui esplora le pieghe più nascoste. Allo stesso modo, per noi lavorare in questo teatro così importante ci ha fatto sentire protagonisti di una parte dell’opera, della quale abbiamo vissuto i retroscena, abbiamo imparato come ci si muove attorno un palcoscenico e abbiamo visto quanto l’artigianalità sia materia imprescindibile all’arte. Offrire un contributo ad un’opera universale, come è Hamlet, ha dato a Forme d’Acqua un’altra conferma della valenza emozionale che genera l’acqua.
Photo credits: Masiar Pasquali

PERCHÈ SCEGLIERCI

Ci siamo innamorati di questo lavoro: realizzare opere uniche, in grado di emozionare il nostro pubblico, che ci dà la possibilità di crescere insieme in questa infinita ricerca di bellezza.