Le fontane a pavimento: un successo scandito da design ed esigenze pratiche

Le fontane a pavimento: un successo scandito da design ed esigenze pratiche

Siamo a settembre, pronti per inaugurare domani un nuovo progetto di riqualificazione urbana, al quale abbiamo collaborato con la progettazione e la realizzazione di una fontana.

Di solito settembre è il mese della ripartenza: ad agosto vige la parola d’ordine “staccare la spina”, per dedicarsi il più possibile al divertimento e al relax, spostando tanti progetti e obiettivi al primo settembre, arrivando solitamente al 31 agosto con una lista di buoni propositi che talvolta non si sa nemmeno da dove siano saltati fuori. Questo succede in quella che viene definita “normalità”, nel nostro caso stiamo vivendo un anno di tanto sole, poche ferie e tante fontane, con un agosto dove abbiamo lavorato e non ci siamo fatti mancare nemmeno il sole infuocato di Erbil (Iraq, Kurdistan Iracheno).

Quindi settembre per noi non è una ripartenza, ma un proseguo che porta alla definizione di tanti bei progetti e altrettante fontane.

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Uno di questi è proprio quello che si sta per finalizzare a Cameri, una piccola città a nord di Novara, dove è in corso un ampio progetto di riqualificazione urbana che ha toccato e toccherà varie aree cittadine. Ora è il momento di via G. Matteotti e piazza Santa Maria, dove il progetto di fattibilità tecnica ed economica redatto dall’architetto Paola Piccoli (la quale ha curato anche la direzione lavori) ha portato alla riqualificazione e soprattutto alla messa in sicurezza dell’area. Piazza Santa Maria si presentava più come una strada di passaggio che come una vera e propria piazza: la presenza della chiesa e del monumento alla Vergine Maria si muovono come indizi che riportano la mente a decenni fa, quando la piazza aveva un ruolo sociale ben più importante di adesso, quando era spazio privilegiato di incontro e socialità e veniva letteralmente vissuta dalla cittadinanza, rendendola viva e indispensabile alla quotidianità. Il monumento come punto di ritrovo e la chiesa come luogo deputato alla spiritualità, ma anche allo scandire dei giorni e dei mesi, dove ricorrenze e feste venivano contornate da messe e processioni, alle quali partecipava l’intera comunità. Tra la piazza e la statua, la fontana, ma non come elemento monumentale a sé stante, ma come complemento ai due, per incrementare il valore e la bellezza dell’intero contesto.

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La prima fontana di piazza Santa Maria risale al 1926 ed aveva una forma circolare che abbracciava l’intero perimetro della colonna della statua, successivamente venne modificata in due vasche trapezoidali ai due lati opposti del basamento per lasciare maggior spazio alla viabilità e al transitare delle auto. Nel tempo però, questa soluzione che favoriva la circolazione dei veicoli ha portato ad un impoverimento della funzione della piazza, come anche dei ricordi legati ad essa, rimasti per pochi cittadini un piccolo tesoro delle giornate della loro gioventù.

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Negli ultimi anni le città stanno cercando in tutti i modi di reimpossessarsi delle piazze e questo forse è un merito attribuibile ai social, i quali sono diventati delle piazze virtuali, vivibili da qualsiasi posto, che hanno piano piano portato via la gente dai luoghi di ritrovo “fisici/tradizionali”. Le piazze si sono svuotate delle persone, della cultura e della tradizione, perdendo di significato e di peso sociale, così le amministrazioni cercano di riprogettare le città riportando la gente tra le strade e ridando vita e importanza ai monumenti, ai luoghi, alle attività. È così che a Cameri quella che era diventata una strada torna ad essere piazza: le due vasche rialzate e in disuso sono state eliminante e al loro posto ci sono due fontane a pavimento, sulle quali si affacciano delle sedute in pietra contornate da un piccolo giardino di alberi e piante in vaso. In questo modo con degli elementi – pochi e ben studiati – come delle sedute, delle piante e dei giochi d’acqua si ha un generale miglioramento del pregio architettonico ed estetico, che porta alla trasformazione dell’area in uno spazio di relazione e ritrovo, una sorta di salotto open-air.

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Con questo progetto la cittadinanza si riappropria di uno spazio cittadino, per ragazzi, famiglie e amici: un posto dove ritrovarsi, darsi appuntamento e stringere nuove amicizie o ritrovarne altre di perdute. Il tutto accompagnato dal suono leggero di diciotto getti d’acqua che cadono sulla pavimentazione, dove l’assenza di una vasca favorisce il coinvolgimento, soprattutto con i bambini, generando allegria, ma anche migliorando il microclima nei giorni particolarmente caldi.

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Susanna Dei Rossi

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